Errori nella somministrazione dei farmaci nelle RSA italiane
Pratiche rischiose e conseguenze per la salute
Una recente indagine ha rivelato che nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) italiane, un terzo delle compresse viene tritato o spezzato, mentre oltre il 25% delle capsule è aperto per facilitarne la somministrazione agli anziani con difficoltà di deglutizione. Tuttavia, nel 13% dei casi, queste manipolazioni risultano inadeguate, con potenziali effetti negativi sull’efficacia dei farmaci e sulla sicurezza degli operatori sanitari.
I dati, pubblicati sulla rivista Aging Clinical and Experimental Research, provengono da uno studio condotto dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) in collaborazione con ANASTE Humanitas, coinvolgendo 3.400 anziani in 82 strutture di 12 regioni italiane. Le pratiche di manipolazione, sebbene comuni, possono compromettere l’efficacia terapeutica e aumentare la tossicità dei medicinali.
Manipolazione dei farmaci e polifarmacia
Alterare forme farmaceutiche come compresse e capsule può ridurre l’efficacia dei principi attivi e aumentare il rischio di effetti collaterali. Tra i medicinali frequentemente manipolati ci sono antipsicotici, gastroprotettori e antidepressivi, il cui corretto rilascio è cruciale per la salute dei pazienti. Inoltre, l’uso di più farmaci contemporaneamente espone i residenti a potenziali interazioni pericolose, con una media di 8 farmaci assunti al giorno e un’alta percentuale di pazienti a rischio di interazioni.
La presenza di geriatri nelle RSA è stata associata a una significativa riduzione delle interazioni farmacologiche, evidenziando l’importanza di una gestione terapeutica adeguata. La ricerca sottolinea la necessità di linee guida nazionali aggiornate per la somministrazione dei farmaci nelle RSA, al fine di garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori.
