Autismo: la translucenza nucale come possibile indicatore in gravidanza
Il legame tra translucenza nucale e autismo
Un nuovo studio condotto dall’Istituto di Ricerca Altamedica, pubblicato sulla rivista Brain and Behavior, suggerisce che l’esame della translucenza nucale possa rivelare segnali precoci di problemi immunitari materni, potenzialmente collegati allo sviluppo dell’autismo nel nascituro. Questa ecografia, eseguita tra l’undicesima e la tredicesima settimana di gravidanza, è tradizionalmente utilizzata per valutare il rischio di anomalie cromosomiche come la sindrome di Down.
Implicazioni per la prevenzione
La translucenza nucale è una raccolta di liquido nella parte posteriore del collo del feto, e il suo spessore può indicare la presenza di anomalie. Tuttavia, l’analisi di 3.600 ecografie ha rivelato che un aumento significativo di questo spessore, in assenza di difetti genetici, potrebbe segnalare un problema immunitario materno che ostacola l’assorbimento di folati, cruciali per lo sviluppo cerebrale. In uno studio su 11 feti con translucenza elevata e test genetici negativi, il 100% dei bambini le cui madri presentavano autoanticorpi anti-recettore del folato ha ricevuto una diagnosi di autismo. Questo potrebbe aprire la strada a strategie preventive, come l’uso di acido folinico per supportare lo sviluppo cerebrale del feto.
